Storia

11 Settembre 2001

11 Settembre 2001

Dunque, lasciamoci alle spalle gli anni '90.

Dunque carichi di scienza, di tecnologia, di televisione, di misteri e di Gossip salutiamo il nuovo decennio, il nuovo secolo, il nuovo millennio.

Allora la paura era quella della fine del mondo. Un po' più realista quella del tilt dei database di tutti i sistemi di archivio. Un po' più astratta quella del papa nero.

C'era il terrore che nell'anno 2000 arrivasse un Papa nero e che il suo insediamento causasse la fine del mondo.

Chiaramente non voglio puntualizzare sul razzismo che coviamo nelle radici. Ma chiaramente non poteva essere diversamente visto che dall'età della coscienza veniamo terrorizzati dall'"uomo nero". Che poi vorrei dire, qual è l'uomo nero della storia che si sia macchiato di crimini come quelli di cui si sono macchiati i vari dittatori da Hitler a Mussolini?

Strano, non me ne viene in mente nemmeno uno.

Comunque, riprendiamo da dove eravamo rimasti.

Il 2000 non vede Papa nero, non vede tilt dei sistemi operativi. Niente fine del mondo.

A margine di un noiosissimo capodanno carico di aspettative ci siamo svegliati il 1 Gennaio del 2000 accorgendosi che niente era cambiato.

Il caro vecchio Gattopardo ... quante ne sapeva!

Ci mettiamo un po' a prendere sicurezza, a credere veramente che il mondo sia ancora lì, un po' stufo di noi, ma ancora lì.

La storia però non lascia mai nulla al caso.

Da bambina mi divertivo con quei giochi della settimana enigmistica in cui si devono unire i puntini. Uniti i puntini si otteneva una figura.

Mi piaceva.

La storia sembra un po' quel gioco di unire i puntini.

Proviamo ad unire tutti i puntini, quelli sparsi dal 1980 fino ad oggi, Settembre 2001.

Uniti?

Non riconoscete la figura?

Vi chiarisco subito le idee: La figura che vi è uscita è quella che disegna il volto di Osaba Bin Laden!

L'11 Settembre 2001 è il giorno che ha cambiato il mondo. Oggi viviamo in quello che possiamo tranquillamente chiamare "il mondo post 11 Settembre".

Parliamo dei giorni nostri, quindi non starò lì a catechizzare sugli attentati. Non starò lì a ricostruire orari e dinamiche.

Solo l'essenziale : Quattro voli, su cui si divisero 19 Kamikaze, furono dirottati.

Due sulle torri gemelle di New York, che implosero e collassarono su sé stesse pochi istanti dopo l'impatto.

Il Terzo aereo si schiantò sul pentagono.

Il Quarto, diretto alla casa bianca, venne abbattuto a Shanksville, nella Contea di Somerset (Pennsylvania).

2974 vittime. 24 dispersi.

L'11 Settembre 2001 è uno di quei giorni di cui ricordi tutto.

A distanza di anni ti chiedono: " Tu cosa stavi facendo l'11 Settembre"? oppure " Tu dov'eri l'11 Settembre"? E tu lo sai.

Non devi pensare all'11 Settembre di quale anno, non ti devi sforzare. Tu lo sai, sai con chi eri, dove eri, da quale Tg hai visto le prime immagini. Ricordi le sensazioni, la paura. Ricordi che ti sembrava di sentire l'odore di bruciato sotto il naso mentre vedevi scorrere le immagini alla Tv.

Ricordi che i giornali non avevano spazio per altro. Così i telegiornali. Ricordi la stretta allo stomaco ed il pensiero: " Mio Dio, siamo in guerra"? .

Lo sai e basta. Perché l'11 Settembre è uno di quei giorni lì. E' come chiedere ad un padre "Dov'eri quando hanno sparato a Kennedy"? Negli anni hai imparato a conoscere quella sensazioni di sicurezza, quella sicurezza, quel non dover pensare. Tutti quelli che erano vivi mentre Kennedy moriva ricordano dov'erano e cosa stavano facendo quando gli hanno sparato.

L'11 Settembre mette insieme tutto:

La lotta tra oriente e occidente. La lotta tra cultura islamica e capitalismo.

La lotta al petrolio.

Mette insieme Bush padre e Bush figlio.

Mette insieme le paure della morte, della morte che vedi arrivare e che non puoi schifare.

La Tv, mette insieme la potenza e la mancanza di pudore della Tv.

E' come se in tutti questi anni giornalisti, registi, cronisti, presentatori tutti avessero studiato per preparare quelle dirette.

Erano dappertutto. Erano sotto le torri mentre le colpivano e cadevano.

Erano tra i parenti accorsi a cercare i propri cari tra le vittime.

Erano tra le frequenze telefoniche dei passeggeri nei voli dirottati, nelle loro telefonate di Addio, quando ormai avevano capito che non c'era più nulla da fare.

L'America si faceva forte e snobbava l'uomo tra le montagne d'Iraq.

Poi unendo i puntini della storia dovette riconoscere il suo volto.

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