Detto tutto quello che abbiamo detto dobbiamo salutare la letteratura per come l'abbiamo conosciuta in questi anni.
Detto quello che abbiamo detto dobbiamo incontrare la letteratura che vale come una pistola, che è strumento e arma.
Giunti al tempo in cui siamo giunti non si poteva più essere gli scrittori che sono stati Moravia, Pasolini, Calvino e gli altri che abbiamo incontrato.
Pasolini è l'ultimo di una schiera ed il primo dell'altra.
L'ultimo che avrebbe potuto essere solo uomo di lettere.
Il primo a cui la letteratura è costata la vita.
Nel nuovo tempo la letteratura è impegno civile.
Nel nostro tempo il primo ed il più grande, in tutto il mondo, si chiama Roberto Saviano.
Oggi è più difficile parlare di lui, perchè la macchina del fango si è messa in moto e perchè per rispondere e difendersi anche lui si è dovuto allontanare da quello che solo voleva essere: uno scrittore.
Voglio tornare a quel 2006 quando Gomorra uscì nel quasi silenzio totale.
Altro libro sulla mafia.
E invece no.
Saviano parlava della camorra quando la camorra in questo paese era stata sempre sottovalutata.
Saviano è la prosecuzione intellettuale di Giovanni Falcone.
Falcone diceva che con Buscetta aveva avuto il dizionario della lingua mafiosa. Saviano deve procurarsi quel dizionario da solo, per sopravvivere nella sua terra.
E quel dizionario era divenuto l'unica forza che poteva avere. Lo ha messo a disposizione di tutti noi. Regalandoci la sua vita per il sogno di un mondo migliore.
La magia di quelle pagine sono un sogno loro stesse.
Questo libro ha venduto più di 12 milioni di copie in tutto il mondo. E può essere un caso?
Rispondete gente, perchè tra tutti lui?
Illuminazione per tutti noi che avremmo voluto parare ma non trovavamo le parole.
Perchè i mafiosi ed i camorristi altro non sono che dei burattini di cui il potere muove le fila. Il cinema e la tv creano gli stereotipi entro i quali questi uomini e queste donne si muovono e Saviano lo ha messo a nudo quel sistema.
La sua forza è stata la letteratura però, a differenza di tutti gli altri. Saviano aveva una penna d'oro. Una penna senza prezzo.
Saviano ha spaventato la mafia, messo in guardi i suoi adepti, scardinato la pax entro la quale tutti vivevamo ed abbiamo vissuto da Paolo Borsellino in poi.
Saviano ha svegliato tutti noi dal lungo sonno di omertà di cui tutti siamo complici.
Ho scelto queste foto per ricordarlo perchè nei suoi occhi di allora e di oggi si può vedere tutta la vita che è stata.
Ricordo di aver visto i suoi occhi in tv, emozionato, inadeguato. Di aver sentito la sveglia.
Allora insegnavo in una scuola privata. I ragazzi a cui insegnavo erano dei piccoli guappetti della periferia romana. Gli piaceva fare i grandi, sognare il mondo ai proprio piedi fuori di lì.
Scarface come sfondo del telefonino, parolacce da grandi in bocca, bustine di cocaina in tasta e sguardo impaurito di chi non sa nulla, non crede nulla, non può nulla.
Un giorno di quel 1996 portai Gomorra in classe e dissi: "oggi si fa lezione con questo!".
Il più gradasso ed il più impaurito tra loro lo prese. Gli indicai la pagina : vai a pag. 266"
Lui inizia a leggere: "Hollywood"
"Si racconta a Casal di Principe che il boss aveva chiesto al suo architetto di costruirgli una villa identica a quella del gangster cubano di Miami, Tony Montana, in Scarface. Il film l'aveva visto e rivisto. L'aveva colpito sin nel profondo, al punto tale da identificarsi nel personaggio interpretato da Al Pacino. ...
Al suo architetto, raccontano in paese, il boss consegnò direttamente il vhs del film. ...
Ogni volta che qualcuno nominava Hollywood c'era sempre qualcun'altro che da ragazzino era riuscito a vedere i lavori di costruzione, tutti in fila sulle biciclette a contemplare la villa di Tony Montana che lentamente spuntava in mezzo alle strade, direttamente da uno schermo"
Si interrompe su questo punto, io guardo lui, poi il suo telefonino con lo sfondo di Scarface.
ll silenzio aleggiava sull'aula mentre lui guardava me e vedeva se stesso da fuori. Lo sguardo perso di chi è stato scoperto.
Non era nulla di nuovo, i suoi compagni ora sapevano che come lui ce ne erano milioni.
Che eran parte di un industria, come una merendina in serie.
Il suo sguardo si fa rabbioso, chiude il libro e dice : "cazzate, so tutte cazzate"
I libro rimase lì, io finii la lezione. Poco dopo vidi che era tornato su quel libro, al capitolo intitolato Hollywood a capire perchè anche lui aveva quel mito come i camorristi. Leggeva, chiudeva e guardava il retro in cui c'era la faccia di Saviano. Guardava Saviano, richiudeva e tornava a leggere.
Uno sfigato Saviano in quella foto in bianco e nero. Avvolto da una sciarpa e con lo sguardo verso il domani che non sarà più lo stesso per lui.
Uno sfigato con dei sogni suoi, con dei miti suoi, con delle parole sue ed una casa sua.
Uno sfigato che in quel momento quel ragazzino guardava e odiava. E lo odiava perchè aveva capito tutto e scrivendo della camorra aveva scritto anche di lui.
E lo odiava perchè comunque la sua vita sarebbe stata migliore di quella che aspettava lui fuori dalla scuola.
E' così semplice ed elementare quello che fece Saviano con Gomorra.
Così.
Leggendolo erano diventati tutti uguali. E tutti lo odiavano e lo invidiavano allo stesso modo.
Tutti, camorristi, politici, editori, altri scrittori.
Tutti erano come quel ragazzino senza futuro.
Tutti erano stati scoperti, il mondo ora doveva difendersi.
Tutto il resto sono sono parole mentre lui è stato letteratura nuova, ancora!