Abbiamo visto due donne vittime del senso di giustizia.
Ma oggi volevo aprire un altro discorso, legato ad una donna, vittima del senso di giustizia, si, ma soprattutto nuova vittima della nuova opinione pubblica.
Eluana Englaro, tutti ne abbiamo fresca memoria.
La sera della sua morte Enrico Mentana si dimise dal suo incarico di conduttore e autore della trasmissione di approfondimento giornalistico di Canale 4 "Matrix". Il gesto di Mentana fu la conseguenza della sciagurata decisione dei dirigenti Mediaset di non sospendere la diretta del Grande Fratello.
Il Presidente del Consiglio, fondatore del gruppo Mediaset e padre del Vicepresidente del gruppo, aveva padroneggiato sul dibattito riguardo la vita di Eluana Englaro per settimane. I talk show del pomeriggio avevano mostrato il suo volto e la sua storia per ore.
Il giorno in cui tutto si sarebbe dovuto fermare, il giorno in cui bisognava dare un segno nel rispetto sella sua memoria è andato in onda il Grande Fratello.
Come da copione. Come da palinsesto.
Dal 18 Gennaio 1992 al 09 Febbraio 2009 Eluana Englaro è stata in un letto di ospedale, incosciente. I genitori della ragazza, divenuta donna mentre era in coma, hanno chiesto la sospensione dell'accanimento terapeutico e quindi dell'alimentazione artificiale. Lo hanno fatto seguendo la legge, non facendo degli accordi con i medici, senza omertà.
Questo non li ha fatti apprezzare al grande pubblico della vergogna d'Italia. Li ha esposti alla gogna. Associazioni cattoliche, partiti politici, uomini di potere si sono scagliati contro di loro.
Ricordo che durante il calvario di questa famiglia una donna della politica di questo paese ingrato si è scagliata contro il padre di Eluana, lo ha definito criminale dalle poltroncine rosse di Pomeriggio Cinque, disse che non capiva il motivo per cui la madre di questa ragazza non si vedesse mai. Salvo poi rimanere basita nel sentirsi rispondere che la mamma di Eluana riversava in gravi condizioni di salute.
Ecco questo paese non impara mai la decenza.
La trafila giudiziaria della famiglia Englaro durò anni. Per anni venne loro negato il diritto di sospendere l'alimentazione alla figlia.
La politica intanto fomentava contro di loro l'opinione pubblica.
Ecco questo paese non impara mai la decenza.
Con decreto del 9 luglio 2008, la Corte d'Appello Civile di Milano ha autorizzato il padre Beppino Englaro, in qualità di tutore, ad interrompere il trattamento di idratazione ed alimentazione forzata che manteneva in vita la figlia Eluana per «mancanza della benché minima possibilità di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno».
Le suore misericordiose di Como che accudivano Eluana dal 1994 si rifiutano di interrompere l'alimentazione.
Alle ore 01.30 del 03 Febbraio 2009 un'ambulanza con a bordo Eluana Englaro arriva presso la residenza sanitaria residenziale "La Quiete" di Udine. Ad attendere l'ambulanza seguita dal padre della ragazza, Beppino Englaro, una folla di invasati.
Portavano bottigliette di acqua per dissentire dall'intento di cessare l'alimentazione. Portavano al collo cartelli con su scritto "assassino". Cercavano di bloccare l'ambulanza. Gridavano contro il padre di Eluana attraverso i finestrini della sua automobile.
Uno sciacallaggio ed una pornografia mediatica senza precedenti.
Le televisioni di tutta italia seguirono il momento dell'arrivo a "La Quiete" di Eluana.
Dal 06 Febbraio iniziano con la riduzione dell'alimentazione.
Al mattino del 6 febbraio 2009 l'equipe che segue il caso Englaro ha annunciato l'avvio della progressiva riduzione dell'alimentazione. Alle ore 14 il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge per impedire la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione dei pazienti. In precedenza il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva inviato una lettera al premier indicando forti perplessità circa l'ipotesi di intervenire per decreto sull'attuazione della sentenza e riserve sulla costituzionalità dello stesso.Il Presidente della Repubblica ha poi rifiutato di firmare il decreto poiché non superava le obiezioni di incostituzionalità precedentemente espresse. Alle ore 20 il consiglio dei ministri, riunito in sessione straordinaria, ha approvato un disegno di legge con gli stessi contenuti del decreto rifiutato in precedenza. Tale disegno di legge è stato immediatamente trasmesso al senato che si riunirà per discuterne in sessione straordinaria già lunedì 9 febbraio 2009 (normalmente il lunedì l'Aula di Palazzo Madama è chiusa). Durante la giornata molti commentatori e leader politici hanno stigmatizzato lo scontro istituzionale in atto fra il governo e il Capo dello Stato.
La sera del 7 febbraio 2009 alcuni media hanno diffuso la voce secondo cui "per la gravità della situazione" sarebbe stato modificato il protocollo, anticipando la sospensione totale dell'idratazione e dell'alimentazione. I legali della famiglia Englaro hanno poi precisato che il protocollo non ha subito modifiche ma è differente rispetto a quello previsto per il ricovero alla clinica "Città di Udine".
La morte di Eluana Englaro è sopravvenuta alle 19:35 del 9 febbraio 2009. La notizia è giunta in Senato mentre si stava discutendo il DDL n° 1369 in materia di alimentazione e idratazione. Alle 20:40 la notizia è stata confermata anche da Ines Domenicali, presidente della RSA nella quale Eluana Englaro era ricoverata. Il governo, di concerto con la presidenza del Senato e i gruppi parlamentari, ha, in conseguenza di ciò, deciso di ritirare il disegno di legge in cambio dell'immediata discussione del testo più articolato relativo al testamento biologico e alla disciplina dei casi di fine vita.
Giorni di polemiche e di stupro verso la famiglia di questa ragazza. Giorni, infinite ore con le telecamere puntate a cercare il dolore negli occhi di quello che per tutti era solo un padre stanco di accudire la figlia.
Giorni in cui fingevano di amare la vita di Eluana Englaro al punto di non voler lasciare che si spegnesse.
Alle 20.40 la notizia della morte di Eluana veniva confermata.
Alle 21.10 andava in onda, su Canale 5, la nona edizione del Grande Fratello.