Eccomi di nuovo per parlare dei non libri.
Questo è stato uno dei maggiori successi di sempre. Ed io mi ostino a dire che trattasi di "operazione commerciale" e non di libro.
Dan Brown, l'autore del best seller da 80 milioni di copie, ha oculatamente impastato le storie che ruotano attorno alla storia di Gesù Cristo intorno a tutte le sue declinazioni e ne ha fatto un libro.
Insinuando di essere a conoscenza di situazioni che gli addetti ai lavori avevano portato all'attenzione dei più già da anni e romanzandola, questo autore ha costruito un messo insieme, studiandoli a tavolino, gli strumenti per scatenare polemiche e curiosità attorno al suo libro.
Cosa assai più grave è stata la pagina "informazioni storiche" in cui Brown afferma «tutte le descrizioni [...] di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà» salvo poi ritirare la stessa pagina in seguito alle numerose polemiche dettate dal suo scritto. Ma soprattutto la pagina è stata ritirata perchè la tesi più accreditata per la difesa di questo libro poggiava sul fatto che fosse fiction e documento quello prodotto dalla penna di Dan Brown.
Ora io non voglio soffermarmi sulla polemica tra cattolici, eretici, agnostici, atei e chi più ne ha più ne metta.
Qui parlo di libri, ed il motivo per cui definisco questo un non libro va al di là del fatto che si possa sposare o meno la sua tesi.
Quello che io rifiuto è l'esemplare dimostrazione di come anche gli scrittori, che dovrebbero rispondere solo all'arte ed all'ispirazione, si mettano al servizio del mercato pur di firmare un successo.
E non ho altro da dire rispetto ad un non libro assoluto come questo.