Ieri abbiamo parlato di Italo Calvino, morto nel 1985 lasciando come testamento il romanzo breve "Palomar".
In quello stesso anno in cui Calvino moriva veniva dato alla pubblicazione uno dei capolavori della letteratura mondiale: L'amore ai tempi del colera del premio Nobel per la letteratura Gabriel García Márquez.
Questo libro ripercorre praticamente cinquant'anni di storia compresi tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.
E' coraggioso questo testo, è coraggioso perchè la storia ed il costume di quel tempo vengono ripercorsi solo attraverso un unico grande tema: l'Amore, o meglio Amore.
L'Amore che lega Florentino Ariza, il protagonista, a Fermina Daza e che per sempre lo legherà a lei. Coraggioso e audace per che in un caso più unico che raro in letteratura questo amore si concretizzerà sulla finale della vita dei due.
Fermina rinuncerà all'amore puro, giovanetto e incosciente per Florentino, si legherà a Juvenal Urbino, medico colto, intelligente, maturo e innamorato di un amore rigoroso e scientifico, come la sua indole.
Attraverso tutta la narrazione Gabriel García Márquez porta il lettore dentro i meandri dell'amore impalpabile e svuotato delle passioni, in un percorso inverso, in cui per dimostrare quanto gli uomini necessitano del vero Amore, lascia intravedere il destino di chi sceglie la strada della mente e della ragione piuttosto che quella del sentimento.
Ed ecco come vengono descritte dall'autore le coppie che scelgono di non scottarsi al fuoco di Amore:
"Passavano il tempo in silenzio come due vecchi sposi scottati dalla vita, oltre le trappole della passione, oltre gli scherzi brutali delle illusioni e i miraggi delle disillusioni: oltre l'amore"
Oltre l'amore.
Oltre le sensazione della prima volta in cui il cuore batte forte, oltre le emozioni delle lettere che avevano legato Florentino e Fermina.
Ma Florentino non si lascerà vincere dall'inerzia della sua amata e dalle sue scelte di composta infelicità
Lotterà per il loro amore, fino a quando la vita stessa non decise di restituirgli il suo amore, grazie alla morte.
E non che non avesse avuto altre donne nel contempo. Donne che erano stato un felice intervallo, un sollazzo, fra Fermina e l'amore per Fermina.
Non le usava, non le amava, non le possedeva.
Lui sapeva e loro sapevano che non c'era posto nel letto di lui per altre al di fuori di Lei.
"Florentino Ariza rimaneva esausto, incompleto, a galleggiare nella pozza di sudore di entrambi, ma con l'impressione di non essere che uno strumento per godere"
E per tutta la storia, per tutti i cinquantatre anni che divisero Florentino da Ariza lui la attese. Con la speranza e con la consapevolezza che sarebbe stata sua, che anche ora, mentre la aspettava, lei fosse sua.
Solo chi ha provato un amore tanto grande può sapere della certezza che sta nell'attesa che l'amore torni.
Solo chi ha provato quell'amore tanto grande può sapere del momento in cui, pur conoscendo le carni del proprio amore tra le braccia di altri, si trova la forza di aspettare oltre. Perchè anche oltre non sarà abbastanza.
García Márquez descrive quell'attesa in tutti i suoi momenti, anche nello sconforto di quegli istanti in cui Florentino sapeva di lei altrove:
"Fino ad allora l'aveva sorretto la finzione che il mondo fosse quello che passava, passavano i costumi, la moda: tutto meno lei. Ma quella sera vide per la prima volta in modo consapevole come stesse passando la vita di Fermina Daza, e come passasse la sua stessa vita, mentre lui non faceva altro che aspettare"
E poi arrivò il momento della dipartita da questo mondo per il dottor Urbino, e Florentino era lì, ancora. Per l'ultima volta a convincere la sua Fermina che è la vita, più che la morte, a non avere limiti e che gli esseri umani non nascono sempre il giorno in cui le loro madri li danno alla luce, ma che la vita li costringe ancora molte altre volte a partorirsi da sé.
Ed eccoli ritrovarsi, dopo una vita intera, senza rimpianti.
Dopo aver percorso la storia ed essere stati nella storia. Ora lì, quando mai Fermina Daza avrebbe ammesso la realtà che Florentino Ariza, nel bene o nel male, era l'unica cosa che le fosse accaduta nella vita.
Ed ecco in questo coraggioso libro una delle più belle storie d'amore non nelle dinamiche ma nella poesia con cui questo autore decise di raccontare l'amore folle che tutti abbiamo il diritto di provare ed il dovere di non deludere.
Cercando di riconoscerne i sintomi, quando arriveranno, ricordando che ... i sintomi dell'amore sono gli stessi del colera.