Sempre intorno agli anni di Coelho e Redfield ci fu un caso letterario tutto italiano.
14 milioni di copie vendute in tutto il mondo, un altro best-seller.
Sto parlando del celeberrimo "Va dove ti porta il cuore" di Susanna Tamaro. Non c'è ragazzino, ragazzo o adulto che negli anni Novanta non si sia trovato per le mani questo libro, con quel cuoricino appeso ad un filo sulla copertina e quella frase così densa di tutto.
Non ho scelto a caso di parlare di Susanna Tamaro proprio dopo aver parlato di Coelho e Redfield, non ho scelto a caso di parlare di questo testo che mette il cuore, nudo, in copertina, nel titolo, tra le frasi del libro.
Il cuore è ovunque ed il messaggio di seguirlo inequivocabile.
Allora che differenza c'è tra questi autori che ho chiamato illuminati ed una scrittrice come la Tamaro?
Susanno Tamaro in questo bel libro parla, in una strada che si incrocia con il romanzo epistolare e la narrazione diaristica, delle difficoltà nei rapporti interpersonali, del difficile rapporto tra madre e figlia, ed esprime anche delle non poco velate idee politiche.
Attraverso i suoi personaggi Susanna Tamaro da un volto alla politica e delle storie alle quali i lettori potrebbero affezionarsi oppure no, e forse in questo dare vita e storie alla politica lascia intravedere quel che pensa davvero di come vorrebbe che andasse il mondo... e da che parte vorrebbe che andasse la preferenza politica del suo lettore.
Ma sarebbe riduttivo risolvere a questo un'autrice come quella di uno dei più grandi successi italiani degli ultimi anni.
Però è necessario, per me e per il discorso che ho cercato di intraprendere attorno alla letteratura, specificare le differenze tra questa autrice e quelli che abbiamo incontrato negli ultimi due giorni.
Ritorna, qui e oggi, la necessità in me di fare chiarezza attorno al ruolo dello scrittore illuminato rispetto al semplice scrittore.
L'uso della parola "Cuore" è esemplificativo di quel che credo.
Ecco Coelho, che in un libro che chiama semplicimente L'Alchimista ( O Alquimista titolo originale), parla continuamente del cuore umano, in modo metafisico, universale ed assoluto.
Coelho dice al suo lettore:
"Ascolta il tuo cuore. Esso conosce tutte le cose"...
basta questo a Coelho nell'Alchimista per far capire il senso dell'universo che si fa uno col cuore dell'uomo.
Coelho non costruisce il suo best seller prima, non usa il tema del cuore, del viaggio, e dell'anima al fine di costruire un successo mondiale, il successo mondiale esplode tra le sue mani dopo aver partorito un'opera illuminata. Tant'è che quando proverà a ripetersi Pualo Coelho ma non riuscirà più.
Proverà a ripetere l'impresa con "Lo Zaihr" nel 2005, con il Vincitore è solo nel 2009 ma non sarà più quella luce di:
L'Alchimista, Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta ed ho pianto, Veronika decide di morire, il diavolo e la signorina Prym e di Undici Minuti. Con undici minuti si ferma la sua corsa, la sua luce.
Lì probabilmente entra in gioco una vena inevitabilmente prosciugata che deve fare i conti con un editore avido di successi.
Susanna Tamaro, per tornare al nostro paragone, come costruisce il suo successo?
Ecco la parola "cuore" usata dalla scrittrice italiana in uno dei passi più suggestivi del libro:
Quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va' dove lui ti porta
Il testo di Susanna Tamaro è tutto in questa frase, nel modo in cui prolunga, con respiro affannato, una sequenza testuale che voleva semplicemente dire: "ascolta il tuo cuore" oppure "fidati del tuo cuore" ... oppure "il tuo cuore conosce tutte le cose".
La costruzione di questa sequenza nella Tamaro è la costruzione di un best seller.
Lucida, presente, sapiente e consapevole. Voleva un libro che parlasse del cuore ed ha preparato un libro che fosse pieno di richiami a quello a cui voleva arrivare.
Lo scrittore, possiede la tecnica per fare questo.
Lo scrittore illuminato non ne ha bisogno perchè questo gli esplode tra le mani. Senza che se ne accorga, senza che lo sappia.