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I Libri ... (e i lettori)

I Libri ... (e i lettori)

Quando ti aspetti che una cosa non cambierà mai, è allora che, contro ogni previsione, il tempo che scorre ti sorprende.

Ho vissuto per i libri, con l'amore per i libri che cresceva insieme a me, timido, misto ad altre passioni, per poi rimanere l'unica.
L'odore della carta, sentire sotto i polpastrelli i diversi tipi di carta e riconoscerli, sfogliare un libro nuovo, passeggiare tra gli scaffali di una libreria.
Vivi per questo e senti che non cambierà mai.
Poi il tuo popolo si inserisce nelle ultime posizioni tra i lettori.
E perdi fiducia. Nel tuo paese prima, nel futuro poi.

Nel 1974 i lettori di libri in Italia erano meno del 24%, nel 1986 si parla dell 46,6 % di lettori nel nostro paese. Sempre meno della metà, ma sempre in crescita. Nel Giugno dello stesso anno secondo l'Istat più del 20% della popolazione italiana è analfabeta, questo considerando anche la percentuale di dialettofoni assoluti e di non lettori assoluti.
Due anni dopo il Censis pubblica una "mappa di cultura e tempo libero degli italiani" dalla quale vien fuori che la provincia di Bologna mette al servizio dei propri cittadini la più alta offerta di cultura e tempo libero (tra cinema, teatro, libri e quotidiani) avendo di contro la più alta richiesta da parte del cittadino stesso. Seguono Milano, Roma e Firenze.
Cresce il divario tra Nord e Sud, agli ultimi posti si trovano infatti Agrigento, Caltanissetta, Catanzaro, Caserta e Isernia. Dalla stessa ricerca si evince che nel 1986 gli italiani hanno speso mediamente 10.226 lire per andare al cinema ( rispetto alle 28.600 del 1975); per le attività musicali gli italiani hanno speso 4.643;
Per gli intrattenimenti vari, di cui l'80% è costituito da discoteche, l'italiano medio ha speso 18.951 lire (11.014 lire nel 1975), in questa speciale classifica dello svago Cosenza si posiziona al secondo posto dopo la Val D'Aosta. 
Cresceva quindi il bisogno di divertirsi e di svagarsi, cresceva la voglia di non pensare. Per questo solo 403 persone ogni mille abitanti, nel 1986 ha letto un quotidiano ( nel 1975 erano 407). 
Il settore dei libri i risultati dell'86 parlano di 425 lettori di libri ogni mille abitanti (nel 1975 erano 268).

Ci avviciniamo agli anni Novanta, che cambieranno per sempre la storia della comunicazione in questo paese, con questi dati ambigui, difficili da decifrare, ma che non fanno ben sperare per ama girovagare tra le librerie in cerca di odore di carta. Tra l'86 e l'89 cresce la richiesta culturale nel Nord Italia, crescono le vendite dei biglietti nei cinema e crescono le rappresentazioni di musica classica, rappresentazioni teatrali e balletti. Tutto ciò vive una fase di stallo, se non di decremento, nel mezzogiorno.

Il 1991 porta alla luce dati nuovamente critici per la crescita culturale in Italia, è la produzione libraria questa volta a subire una contrazione del 2,4% mentre il numero dei titoli prodotti registra un'impennata del 6,3%. In Italia stanno quindi crescendo gli scrittori, il mercato del libro viene incrementato da tutti quei titoli che non sono romanzi, che non sono storie, che non sono didattica. Benigni dirà "In Italia ci sono più scrittori che lettori"... e i dati non gli daranno torto! In Italia infatti, nel 1991, il 20% delle famiglie dichiara di non possedere nessun libro e solo il 15% afferma di possederne più di cento.

Ed eccoci alla fine degli anni Novanta. E' il 1996 e l'Istat dice che sono più del 61% le persone dagli undici anni in su che non leggono neppure un libro l'anno. Si operano però delle distinzioni sostanziali tra pochi lettori italiani, ovvero i lettori forti e quelli deboli. E si inizia a sostenere che i lettori forti italiani superino in intensità e curiosità intellettuali anche quelli tedeschi. Il Paleografo Armando Petrucci da la colpa della nostra scarsa alfabetizzazione, con conseguente disaffezione alla lettura, alla mancanza di abitudine al libro come compagnia dovuta alla formazione scolastica. Altro capo di imputazione è la cultura che si forma attraverso la tv. Si auspica una formazione alla lettura nei ragazzi che avvenga fin dalle scuole primarie.
Intanto anche nel 1994 ad avere incremento sono i titoli, ed il "fattore Benigni" cresce. L'Italia - sempre secondo Petrucci - produce alta letteratura ma non si preoccupa di diffonderla ad ampio raggio; e la rivoluzione informatica può solo peggiorare le cose. Con questa rivoluzione si penso che ci sarà un passaggio alla lettura intensiva, ovvero poco tempo dedicato alla lettura ma selezione dei testi ed attenzione al prodotto. L'eBook era stato messo in conto allora? Lo vedremo...

Intanto nel 1999 ad aumentare sono sempre i titoli, diminuiscono copie stampate e dei bambini che leggono. La tiratura media per copie è di circa 5.000 per testo. Dal 1993 i lettori sono in costante aumento, dunque, ma al 2006 sono ancora più venti milioni le persone che non leggono nemmeno un libro in un anno ( più del 36% della popolazione). La giustificazione di quasi tutti gli intervistati è la mancanza di tempo libero, proprio come nel 1986.

Allora si è destinati a questa china? Si è destinati a rinunciare ai libri?
No ma all'amore per la carta ed il suo odore, in parte, si.

L'avvento dell' eBook... nel 2000 Stephen King offre il suo libro Riding The Bullet in digitale. Nel 2007 Amazon lincia il primo Kindle negli Stati Uniti. Nel 2008 iniziano le vendite di eBook per iPhone. Nel 2010 Apple lancia l'iPad ed insieme annuncia l'avvio di vendita su larga scala di eBook tramite l'iBookstore.
Il 21 Dicembre 2012 Mondadori raggiunge un accordo con Google per rendere disponibile in digitale l'intero catalogo italiano della casa editrice su Google Books e Google eBooks.

Nel 2020 si pensa che il 20% del mercato librario sarà costituito da eBooks. 

 

 

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