Oggetti

I Regoli

I Regoli

Vorrei iniziare con un'immagine che mi riporta con la mente ai tempi della scuola. Ricordo che un giorno durante una delle prime lezioni di matematica ci chiesero di portare I Regoli in classe.
Li vedete qui di fianco. Unità di misura colorate che dovevano aiutarci a prendere dimestichezza con i numeri.

Ecco per me i regoli sono diventati di tutto, ma non sono stati mai delle unità di misura. Ricordo che il quattro era di un rosa scuro e per i miei giochi erano wurstel, il cinque era giallo invece ed era presto detto : patatine fritte.

Mi piace questa immagine in cui questo bambino fa un meraviglioso disegno con i regoli.

Ora nella scuola pluririformata cosa succede con i regoli?
I bambini li possono usare per misurare i voti. Anche alle elementari ora i voti sono espressi in numeri non è vero? E' un dettaglio questo secondo voi?
Questi nostri trent'anni sono significativi per quanto riguarda la scuola, ha visto più riforme che insegnanti, che insegnanti di ruolo sicuramente.

Io credo che ci sia una madornale differenza tra "benino" e 4.
Ricordo perfettamente il mio primo 5 al liceo, fu un trauma.
Sentirsi dare un numero come risposta ad una qualsiasi mansione svolta, credo sia alienante.
Il giudizio ti aiuta a prendere le misure con i tuoi limiti, e la scuola deve aiutare i ragazzi a fare questo. 
E' già molto difficile riuscirci, riuscire a trovare degli insegnanti con la volontà di aiutare i propri allievi.

Ricordo i giudizi, ricordo che "brava" voleva dire qualcosa e che "bravissima" voleva dire che avevo fatto bene il compito che mi era stato assegnato.
Ora come si misurano i bambini?
Io avevo avuto una maestra unica il primo anno. E la maggior parte dell'anno mi sono trovata in difficoltà. Avevamo un bellissimo rapporto con lei, è vero, un rapporto materno. Ma a me, per esempio, non bastava. Una mamma meravigliosa mi aspettava fuori il cancello della scuola ogni giorno. A scuola avevo bisogno di capire quale fosse il mio talento, per cosa fossi portata. Avevo bisogno di sentire più voci per capire in quale rispecchiarmi.
Durante l'anno con la maestra unica io ho sofferto e ricordo che un meraviglioso giorno in seconda elementare arrivarono altre due maestre. La maestra del primo anno rimase ed era l'insegnante di matematica, e poi ce ne assegnarono altre due, una per italiano ed una per storia, geografia ed educazione fisica.
Io ho sempre amato l'italiano, la letteratura ed in ogni step della scuola è stata l'insegnante di italiano a rappresentare il riferimento.
Quel secondo anno di elementari invece la maestra di storia, geografia ed educazione fisica, quella fu un'illuminazione. Le elementari sono importanti, lo sono davvero. Io ho scoperto un mondo dentro di me grazie alla nuova insegnante. La sua voce non era uguale a quella di nessun altra e come io ho amato lei, altri hanno amato probabilmente le altre. E grazie alle altre hanno scoperto il loro mondo.
Questo è il motivo per cui le tre maestre sono state importanti e lo sarebbero state ancora.
Questa riforma misura tutto con i numeri, basa tutto sulle unità di misura ma gli uomini non crescono solo con dati e numeri.
Se non avessi avuto la maestra (Susanna si chiamava, perdonatemi dovevo dirlo) io oggi non sarei quello che sono.
Ricordo le gite nella macchia mediterranea, lo studio degli animali, le canzoni che ci faceva cantare accompagnandoci con la chitarra, ricordo le lezioni in cui ci ha spiegato dell'olocausto, ricordo che ci fece vedere dei film di Chaplin in cui ci spiegò cosa fosse stata l'alienazione del lavoro. Ricordo che ci fece scrivere il testo de " il ragazzo della via Gluck" per farci capire cosa fosse stato il mondo prima, quando non era ancora diventato una gigantesca città.
Ricordo il modo in cui mi fece capire la differenza tra foce a delta e ad estuario. Ricordo la visita nelle prigioni di Castel Sant'Angelo. La sua era una vocazione, era una vocazione nello stimolare la nostra curiosità, continuamente. La maestra del primo anno ha stimolato altri recettori, altri bambini sono diventati uomini grazie a lei, ma noi altri avevamo diritto a Chaplin, a conoscere l'olocausto, a conoscere il mondo com'era prima. Avevamo diritto ad un mondo che non fosse fatto solo di numeri, di quadretti e di regoli.
Per quelli di noi che vedevano wurstel e patatine fritte al posto dei regoli è stato importante avere un'altra possibilità.

Non sono una che ha visto tutto nella vita, sono solo una che è nata nel 1983 ed ha attraversato praticamente tutte le riforme dei vari ministri dell'istruzione.

Arrivata alle scuole medie ho conosciuto la riforma dei libri di testo, praticamente avevamo dei libricini supplementari ai vecchi libri di testo, ovvero i nostri genitori dovevano comprare dei libri in più.
Al liceo era forse finito il calvario? Neanche a dirlo, riforma dei libri di testo anche lì, e poi tutte le riforme degli esami di Stato.
Mentre si avvicinava la maturità abbiamo visto un tipo di esame all'anno, commissione interna, esterna, membro interno, membro esterno. Terza prova, mappa concettuale.
Quante ne ho sentite e quante ne ho viste tra i banchi di scuola.
E poi l'università ... anche qui.
Noi 83/84 siamo arrivati e subito abbiamo dovuto capire il nuovo ordinamento del 3+2. Abbiamo dovuto impararlo e poi insegnarlo ai nostri docenti che erano disorientati più delle matricole.
Un esame ora si chiama modulo, la media non è più aritmetica ma ponderata, per poter chiedere la tesi devi sommare i CFU e non il numero di esami.
Abbiamo visto i fuori corso del vecchio ordinamento camminare tra i corridoi come zombie chiedendosi cosa dovessero fare. Passare al nuovo diminuendo gli esami e conseguendo solo la laurea triennale oppure rimanere al vecchio ordinamento, portare i vecchi programmi e laurearsi con la vecchia laurea tradizionale?
Quando tutto per noi 83/84 sembrava farsi chiaro, quando avevamo iniziato a capire il metodo ... arriva il nuovo ministro dell'istruzione. Il messaggio è praticamente che tanto è inutile studiare, farsi una cultura e soprattutto è inutile scegliere materie umanistiche. Tanto meglio sarebbe imparare un mestiere.
Comunque per quei pochi che decidono di continuare l'impresa arriva il nuovissimo ordinamento.

La maggior parte dei corsi di laurea specialistica vengono cancellati o spostati di facoltà. Pensate che non sia un grande danno?
Forse non lo è, vi spiego che cosa succede però, in modo che possiate farvi un'idea, perchè forse Tg e giornali non lo hanno spiegato molto bene.
Praticamente se io sono a tre esami dalla laurea e faccio parte del nuovo ordinamento non posso più seguire i corsi degli esami che mi mancano perchè sono cambiate le "unità di misura" dei CFU. I nuovissimi ordinati seguono corsi da un minimo di 6 CFU i nuovi ordinati ne seguivano da 4 CFU per la maggior parte.
E se avevo scelto di seguire un corso di laurea specialistica nel mio ultimo anno di triennale ora rischio di non trovarlo più, o di trovarlo in un altro corso di studi.
Quindi dopo una vita passata a studiare Lettere rischio di sentirmi dichiarata Dottoressa in Scienze della Comunicazione nella Società della Globalizzazione. No, non chiedetemi che razza di nome sia questo per un corso di laurea, a questa domanda non posso rispondere. Devo ancora capirlo.

Vedete questi trent'anni ricorderanno anche questo, queste riforme.
Io rimango la bambina che non vedeva unità di misura nei regoli, rimango quella che nelle ore di matematica distribuiva i regoli sul banchetto in modo da disegnare qualcosa che seguisse i suoi pensieri fuori di lì. Rimango quella bambina, ma quella bambina allora poteva aspettare il cambio dell'ora e riportare i suoi pensieri in classe quando entrava la maestra di storia e geografia. Ora cosa ne sarà delle bambine come me? Dei loro sogni e delle loro curiosità?

Unità di misura da uno a dieci, questo verrà risposto alla loro necessità di porre domande!

Lascia un commento

L'indirizzo non verrà pubblicato.
Codice di invio
Visita il mio sito personale - www.serenabasciani.it Seguimi su Facebook Seguimi su Twitter Iscriviti alla Newsletter