Musica

Quando il rock si prese gioco di Simona Ventura

Quando il rock si prese gioco di Simona Ventura

"You make me sick because I adore you so I love all the dirty tricks And twisted games you play on me" "Space dementia"

Era il 1 dicembre del 2006 e nonostante l'acustica terrificante del Palalottomatica di Roma, stavo assistendo ad uno dei più bei concerti della mia vita: folla in delirio, Mattew Bellamy alla chitarra e poi al piano (tra l'altro al piano quest'uomo è incredibile), e di nuovo alla chitarra, e io che pensavo "Cavolo, sono proprio bravi!". Avete presente quando ad un concerto vi sembra di ascoltare i brani dal cd, perché sono perfetti, ma non freddi, anzi sono pieni d'energia, e la tensione non cala mai, non ci sono mai momenti di noia, l'adrenalina raggiunge livelli impensabili e vorreste salire sul palco ogni momento per ringraziare il gruppo? Questo è quello che ho provato quel 1 dicembre del 2006.

Sto parlando dei Muse, il tour era quello di "Black Holes and Revelations", quarto album della band britannica, formata negli anni '90 appunto da Mattew Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic Howard. Il primo album "Showbiz" venne pubblicato nel 1998, anche se il vero successo giunse nel 2001 con "Origin of Symmetry", più duro e potente.

Apre il disco "New born", con gli accordi leggeri del piano (un po' una firma di Bellamy), seguiti dal riff di chitarra che spalanca l'atmosfera del pezzo: la voce, a tratti delicatissima, riesce a sposarsi perfettamente con l'energia esplosiva degli strumenti. Altro singolo è "Plug in baby", molto coinvolgente nella versione live, così come "Bliss" (viva i sintetizzatori!).

Menzione particolare per la cover di "Feeling good", brano storico di Nina Simone, che diventa una delle perle assolute dell'album. In realtà dovrei citare tutte le tracce, perché nessuna merita di essere esclusa: le troverete negli approfondimenti, vedrete che non rimarrete delusi.

Nel 2003 esce "Absolution", un concept album sulla fine del mondo che per certi versi delude la critica, che si aspettava evidentemente di più dalla band, ma non il pubblico: il singolo "Time is running out" ("you will suck the life out of me"), il cui video è trasmesso in ogni dove, presente da subito nelle top ten, piace, e anche molto. Così come "Sing for absolution", anche se probabilmente quello più interessante è "Butterflies and Hurricanes", con un testo che sarebbe perfetto per dare inizio ad una rivoluzione: "You've got to be the best, you've got to change the world, and you use this chance to be heard, your time is now".

Arriviamo al disco del "mio" concerto: "Black holes and revelations" esce il 3 luglio del 2006, in parte registrato a Milano (Bellamy è uno di quei vip che ha preso casa sul lago di Como, come Clooney), vende più di tre milioni di copie e accontenta anche qualche critico intellettuale. Il singolo trainante è "Supermassive black hole", dove il falsetto di Bellamy la fa da padrone, ma personalmente adoro il brano "Knights of Cydonia", con questo effetto di esercito a cavallo reso dalla batteria che trovo spettacolare. Inutile dirvi come ci si sente durante questi sei minuti di esecuzione dal vivo.

"The resistance" esce nel 2009, l'album più "classico e orchestrale" secondo il frontman: è bello che abbiano trovato il loro sound e le loro sicurezze, ma iniziano ad essere un po' stantii. Rimane un'esperienza elettrizzante cantare il ritornello di "Uprising": "They will not force us They will stop degrading us They will not control us We will be victorious". Consiglio chi avesse velleità politiche di farne il proprio inno.

Molti considerano i Muse come una sorta di brutta copia (o, per essere gentili, di tribute band) dei Radiohead: non nego certo le somiglianze, ed è vero che possono essere accusati in alcuni casi di eccessivo manierismo, ma la dimensione live è spettacolare, la voce di Bellamy raggiunge vette notevoli e la perizia tecnica e di scrittura non può essere negata. Vi basta?

Se non vi dovesse bastare, provate a guardare il video di una puntata di "Quelli che il calcio" del 2009 dove la band era ospite: per protestare contro la decisione di farli esibire in playback, cambiarono le posizioni dei musicisti, Simona Ventura non se ne accorse e alla fine intervistò il batterista come fosse il cantante. Loro hanno delle espressioni meravigliose e questo fu senza dubbio uno dei momenti più alti nella storia della televisione italiana.

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