Ci sono dei brutti giorni nella storia.
Ne abbiamo visti tanti in questi trentuno giorni in cui abbiamo provato ad entrare nelle curve del tempo.
Esistono i giorni come l'11 Settembre. Giorni in cui, come abbiamo detto, ricordi dov'eri, cosa facevi e soprattutto ricordi la paura come se non fosse mai andata via.
Poi ci sono i giorni della storia in cui si vede sorgere l'alba. L'alba di questi trent'anni si chiama Barack Obama. La sua voce recita "Yes We Can". Il primo presidente nero della storia d'America.
La notte della sua vittoria su John McCain io la ricorderò per tutta la vita.
Lui vinceva e più la notizia si faceva vera più l'America scendeva in strada ad accogliere la sua vittoria.
Ero nel mio letto quella notte, e mi sono sentita parte della storia.
Con L'elezione di Barack Obama e con il suo discorso di insediamento voglio concludere questo viaggio attraverso la storia. Perché nel discorso di Obama quella notte c'è stata tutta la storia di questi anni.
Discorso di Obama a Chicago, 4 novembre 2008
Ciao Chicago!
(APPLAUSO)
Se ancora c'è qualcuno che dubita che l'America non sia un luogo nel quale nulla è
impossibile, che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è tuttora vivo
in questa nostra epoca, che ancora mette in dubbio il potere della nostra democrazia,
questa notte ha avuto le risposte che cercava.
(APPLAUSO)
La risposta sono le code che si sono allungate fuori dalle scuole e dalle chiese con un
afflusso che la nazione non aveva mai visto finora. La risposta sono le persone, molte
delle quali votavano per la prima volta, che hanno atteso anche tre o quattro ore in
fila perché credevano che questa volta le cose dovessero andare diversamente, e che
la loro voce potesse fare la differenza.
La risposta è la voce di giovani e vecchi, ricchi e poveri, Democratici e Repubblicani,
neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi d'America, gay, eterosessuali, disabili e non
disabili: tutti americani che hanno inviato al mondo il messaggio che noi non siamo
mai stati un insieme di Stati Rossi e Stati Blu. Noi siamo e sempre saremo gli Stati
Uniti d'America.
(APPLAUSO)
La risposta è ciò che ha spinto a farsi avanti coloro ai quali per così tanto tempo è
stato detto da così tante persone di essere cinici, impauriti, dubbiosi di quello che
potevano ottenere mettendo di persona mano alla Storia, per piegarla verso la
speranza di un giorno migliore.
È occorso molto tempo, ma stanotte, finalmente, in seguito a ciò che abbiamo fatto
oggi, con questa elezione, in questo momento preciso e risolutivo, il cambiamento è
arrivato in America.
(APPLAUSO)
Poco fa, questa sera ho ricevuto una telefonata estremamente cortese dal Senatore
McCain.
(APPLAUSO)
Il Senatore McCain ha combattuto a lungo e con forza in questa campagna, e ha
combattuto ancora più a lungo e con maggiore forza per il Paese che ama. Ha
affrontato sacrifici per l'America che la maggior parte di noi nemmeno immagina e
noi oggi stiamo molto meglio anche grazie al servizio reso da questo leader
coraggioso e altruista. Mi congratulo con lui e con la governatrice Palin per tutto
quello che hanno ottenuto, e non vedo l'ora di lavorare con loro per rinnovare nei
prossimi mesi la promessa di questa nazione.
(APPLAUSO)
Voglio qui ringraziare il mio partner in questa avventura, un uomo che ha fatto
campagna elettorale col cuore, parlando per le donne e gli uomini con i quali è
cresciuto nelle strade di Scranton ...
(APPLAUSO)
... con i quali ha viaggiato da pendolare ogni giorno per tornare a casa propria nel
Delaware, il vice-presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden.
(APPLAUSO)
Io non sarei qui questa sera senza il sostegno continuo della mia migliore amica degli
ultimi sedici anni...
(APPLAUSO)
... la roccia della mia famiglia, l'amore della mia vita, la prossima first lady della
nazione...
(APPLAUSO)
... Michelle Obama.
(APPLAUSO)
Sasha and Malia...
(APPLAUSO)
... vi amo entrambe moltissimo e ... vi siete guadagnate il cucciolo
(RISATE)
...che verrà con noi alla Casa Bianca...
(APPLAUSO)
E mentre siamo qui e lei non è più con noi, so che mia nonna ci sta guardando,
insieme a tutta la famiglia che ha fatto di me ciò che io sono. In questa sera così unica
mi mancano tutti, e so che il mio debito verso di loro non è neppure quantificabile. A
mia sorella Maya, mia sorella Alma, tutti i miei fratelli e le mie sorelle, voglio dire
grazie per il sostegno che mi avete dato. Vi sono veramente molto grato.
(APPLAUSO)
Al manager della mia campagna David Plouffe...
(APPLAUSO)
... il protagonista senza volto di questa campagna che ha messo insieme la migliore
campagna elettorale - credo - nella Storia degli Stati Uniti d'America.
(APPLAUSO)
al mio capo stratega David Axelrod...
(APPLAUSO)
... che è stato mio partner in ogni fase di questo lungo cammino...proprio il miglior
team di una campagna elettorale mai messo insieme nella storia della politica...
(APPLAUSO)
... voi avete reso possibile tutto ciò, e io vi sarò eternamente grato per i sacrifici che
avete affrontato per riuscirci.
Ma più di ogni altra cosa, non dimenticherò mai a chi appartiene veramente questa
vittoria: appartiene a voi. Io non sono mai stato il candidato più ideale per questa
carica. Non abbiamo mosso i primi passi nella campagna elettorale con finanziamenti
o appoggi ufficiali. La nostra campagna non è stata pianificata nelle grandi sale di
Washington, ma nei cortili di Des Moines, nei tinelli di Concord, sotto i portici di
Charleston. È stata realizzata da uomini e donne che lavorano, che hanno attinto ai
loro scarsi risparmi messi da parte per offrire cinque dollari, dieci dollari, venti
dollari alla causa. Il movimento ha preso piede e si è rafforzato grazie ai giovani, che
hanno rigettato il mito dell'apatia della loro generazione...
(APPLAUSO)
...che hanno lasciato le loro case e le loro famiglie per un'occupazione che offriva
uno stipendio modesto e sicuramente poche ore di sonno; ai non più tanto giovani che
hanno sfidato il freddo pungente e il caldo più soffocante per bussare alle porte di
perfetti sconosciuti; ai milioni di americani che si sono adoperati come volontari, si
sono organizzati, e hanno dimostrato che a distanza di oltre due secoli, un governo
del popolo, fatto dal popolo e per il popolo non è sparito dalla faccia di questa Terra.
Questa è la vostra vittoria...
(APPLAUSO)
So che quello che avete fatto non è soltanto vincere un'elezione e so che non l'avete
fatto per me. Lo avete fatto perché avete compreso l'enormità del compito che ci sta
di fronte. Perché anche se questa sera festeggiamo, sappiamo che le sfide che il
futuro ci presenterà sono le più ardue della nostra vita: due guerre, un pianeta in
pericolo, la peggiore crisi finanziaria da un secolo a questa parte. Anche se questa
sera siamo qui a festeggiare, sappiamo che ci sono in questo stesso momento degli
americani coraggiosi che si stanno svegliando nei deserti iracheni, nelle montagne
dell'Afghanistan dove rischiano la loro vita per noi.
Ci sono madri e padri che resteranno svegli dopo che i loro figli si saranno
addormentati e si arrovelleranno chiedendosi se ce la faranno a pagare il mutuo o il
conto del medico o a mettere da parte abbastanza soldi per pagare il college. Occorre
trovare nuova energia, creare nuovi posti di lavoro, costruire nuove scuole. Occorre
far fronte a nuove sfide e rimettere insieme le alleanze.
La strada che ci si apre di fronte sarà lunga. La salita sarà erta. Forse non ci
riusciremo in un anno e nemmeno in un solo mandato, ma America! Io non ho mai
nutrito maggiore speranza di quanta ne nutro questa notte qui insieme a voi. Io vi
prometto che noi come popolo ci riusciremo!
(APPLAUSO)
PUBBLICO: Yes we can! Yes we can! Yes we can!
OBAMA: Ci saranno battute d'arresto e false partenze. Ci saranno molti che non
saranno d'accordo con ogni decisione o ogni politica che varerò da Presidente e già
sappiamo che il governo non può risolvere ogni problema. Ma io sarò sempre onesto
con voi in relazione alle sfide che dovremo affrontare. Vi darò ascolto, specialmente
quando saremo in disaccordo. E soprattutto, vi chiedo di unirvi nell'opera di
ricostruzione della nazione nell'unico modo con il quale lo si è fatto in America per
duecentoventi anni, ovvero mattone dopo mattone, un pezzo alla volta, una mano
callosa nella mano callosa altrui.
Ciò che ha avuto inizio ventuno mesi fa, nei rigori del pieno inverno, non deve finire
in questa notte autunnale. La vittoria in sé non è il cambiamento che volevamo, ma è
soltanto l'opportunità per noi di procedere al cambiamento. E questo non potrà
accadere se faremo ritorno allo stesso modus operandi. Il cambiamento non può aver
luogo senza di voi.
Troviamo e mettiamo insieme dunque un nuovo spirito di patriottismo, di servizio e
di responsabilità, nel quale ciascuno di noi decida di darci dentro, di lavorare sodo e
di badare non soltanto al benessere individuale, ma a quello altrui. Ricordiamoci che
se mai questa crisi finanziaria ci insegna qualcosa, è che non possiamo avere una
Wall Street prospera mentre Main Street soffre: in questo Paese noi ci eleveremo o
precipiteremo come un'unica nazione, come un unico popolo.
Resistiamo dunque alla tentazione di ricadere nelle stesse posizioni di parte, nella
stessa meschineria, nella stessa immaturità che per così tanto tempo hanno avvelenato
la nostra politica. Ricordiamoci che c'è stato un uomo proveniente da questo Stato
che ha portato per la prima volta lo striscione del partito Repubblicano alla Casa
Bianca, un partito fondato sui valori della fiducia in sé, della libertà individuale,
dell'unità nazionale. Sono questi i valori che abbiamo in comune e mentre il partito
Democratico si è aggiudicato una grande vittoria questa notte, noi dobbiamo essere
umili e determinati per far cicatrizzare le ferite che hanno finora impedito alla nostra
nazione di fare passi avanti.
(APPLAUSO)
Come Lincoln disse a una nazione ancora più divisa della nostra, "Noi non siamo
nemici, ma amici, e anche se le passioni possono averlo allentato non dobbiamo
permettere che il nostro legame affettivo si spezzi". E a quegli americani il cui
supporto devo ancora conquistarmi, dico: forse non ho ottenuto il vostro voto, ma
sento le vostri voci, ho bisogno del vostro aiuto e sarò anche il vostro presidente.
(APPLAUSO)
A coloro che ci guardano questa sera da lontano, da oltre i nostri litorali, dai
parlamenti e dai palazzi, a coloro che in vari angoli dimenticati della Terra si sono
ritrovati in ascolto accanto alle radio, dico: le nostre storie sono diverse, ma il nostro
destino è comune e una nuova alba per la leadership americana è ormai a portata di
mano.
(APPLAUSO)
A coloro che invece vorrebbero distruggere questo mondo dico: vi sconfiggeremo. A
coloro che cercano pace e tranquillità dico: vi aiuteremo. E a coloro che si chiedono
se la lanterna americana è ancora accesa dico: questa sera noi abbiamo dimostrato
ancora una volta che la vera forza della nostra nazione non nasce dalla potenza delle
nostre armi o dal cumulo delle nostre ricchezze, bensì dalla vitalità duratura dei
nostri ideali: democrazia, libertà, opportunità e tenace speranza.
(APPLAUSO)
Perché questo è il vero spirito dell'America: l'America può cambiare. La nostra
unione può essere realizzata. E quello che abbiamo già conseguito deve darci la
speranza di ciò che possiamo e dobbiamo conseguire in futuro.
In queste elezioni si sono viste molte novità e molte storie che saranno raccontate per
le generazioni a venire. Ma una è nella mia mente più presente di altre, quella di una
signora che ha votato ad Atlanta. Al pari di molti altri milioni di elettori anche lei è
stata in fila per far sì che la sua voce fosse ascoltata in questa elezione, ma c'è
qualcosa che la contraddistingue dagli altri: Ann Nixon Cooper ha 106 anni.
(APPLAUSO)
È nata a una sola generazione di distanza dalla fine della schiavitù, in un'epoca in cui
non c'erano automobili per le strade, né aerei nei cieli. A quei tempi le persone come
lei non potevano votare per due ragioni fondamentali, perché è una donna e per il
colore della sua pelle.
Questa sera io ripenso a tutto quello che lei deve aver visto nel corso della sua vita in
questo secolo in America, alle sofferenze e alla speranza, alle battaglie e al progresso,
a quando ci è stato detto che non potevamo votare e alle persone che invece
ribadivano questo credo americano: Yes, we can.
Nell'epoca in cui le voci delle donne erano messe a tacere e le loro speranze
soffocate, questa donna le ha viste alzarsi in piedi, alzare la voce e dirigersi verso le
urne. Yes, we can.
Quando c'era disperazione nel Dust Bowl (la zona centro meridionale degli Stati
Uniti divenuta desertica a causa delle frequenti tempeste di vento degli anni Trenta,
NdT) e depressione nei campi, lei ha visto una nazione superare le proprie paure con
un New Deal, nuovi posti di lavoro, un nuovo senso di ideali condivisi. Yes, we can.
PUBBLICO: Yes we can.
OBAMA: Quando le bombe sono cadute a Pearl Harbor, e la tirannia ha minacciato il
mondo, lei era lì a testimoniare in che modo una generazione seppe elevarsi e salvare
la democrazia. Yes, we can.
PUBBLICO: Yes we can.
OBAMA: Era lì quando c'erano gli autobus di Montgomery, gli idranti a
Birmingham, un ponte a Selma e un predicatore di Atlanta che diceva alla
popolazione : "Noi supereremo tutto ciò". Yes, we can.
PUBBLICO: Yes we can.
OBAMA: Un uomo ha messo piede sulla Luna, un muro è caduto a Berlino, il mondo
intero si è collegato grazie alla scienza e alla nostra inventiva. E quest'anno, per
queste elezioni, lei ha puntato il dito contro uno schermo e ha votato, perché dopo
106 anni in America, passati in tempi migliori e in ore più cupe, lei sa che l'America
può cambiare. Yes, we can.
PUBBLICO: Yes we can.
OBAMA: America, America: siamo arrivati così lontano. Abbiamo visto così tante
cose. Ma c'è molto ancora da fare. Quindi questa sera chiediamoci: se i miei figli
avranno la fortuna di vivere fino al prossimo secolo, se le mie figlie dovessero vivere
tanto a lungo quanto Ann Nixon Cooper, a quali cambiamenti assisteranno? Quali
progressi avremo fatto per allora?
Oggi abbiamo l'opportunità di rispondere a queste domande. Questa è la nostra ora.
Questa è la nostra epoca: dobbiamo rimettere tutti al lavoro, spalancare le porte delle
opportunità per i nostri figli, ridare benessere e promuovere la causa della pace,
reclamare il Sogno Americano e riaffermare quella verità fondamentale: siamo molti
ma siamo un solo popolo. Viviamo, speriamo, e quando siamo assaliti dal cinismo,
dal dubbio e da chi ci dice che non potremo riuscirci, noi risponderemo con quella
convinzioni senza tempo e immutabile che riassume lo spirito del nostro popolo: Yes,
We Can.
(APPLAUSO)
Grazie. Dio vi benedica e possa benedire gli Stati Uniti d'America.
Traduzione di Anna Bissanti