Storia

Matrimonio tra omosessuali - Spagna 03 Luglio 2005

Matrimonio tra omosessuali - Spagna 03 Luglio 2005

Dal 03 Luglio 2005 in Spagna è entrata in vigore una legge che estende la possibilità del matrimonio civile anche alle coppie omosessuali.

L'Europa inizia a cambiare volto grazie a questa legge. Il volto nuovo è quello di José Luis Rodríguez Zapatero.

La sua forza nel portare avanti l'idea di laicità dello stato fa bensperare tutti noi nei confronti di una crescita culturale che per il nostro paese è ancora molto lontana.

L'omosessualità divide ancora molto. Solo lo scorso anno Povia riuscì a portare sul palco del Festivl di Sanremo un brano in cui spingeva gli omosessuali a guardarsi bene dentro per non sbagliare nella scelta.

Io sono eterosessuale per fortuna.

Purtroppo devo dire per fortuna. Eh già perché se così non fosse stato ed io fossi nata al tempo dell'inquisizione probabilmente mi avrebbero bruciata al rogo.

Purtroppo devo dire per fortuna perché se così non fosse stato ed io fossi nata al tempo del nazismo sarei stata deportata in un campo di concentramento.

Purtroppo devo dire per fortuna perché se così non fosse stato pur essendo nata nel nuovo millennio avrei dovuto sentire lo sdegno della società, della chiesa e della gente su di me.

Purtroppo Amore è una parola inflazionata, inflazionata ma del cui significato poche persone si rendono ambasciatrici.

Ancora oggi nel nostro paese gli omosessuali sono oggetto di violenza, di discriminazione di accusa.

Li accusano di essere malati. Di essere deviati. Di essere perversi.

Io leggo Oscar Wilde e non leggo perversione.

Leggo Giacomo Leopardi e non vedo deviazione.

Leggo Emily Bronte e non percepisco malattia.

Leggo amore in ognuno di loro. Leggo poesia e leggo dolore.

Quando di parla di omosessualità ti dicono subito : " Ah se così aperta mentalmente allora vorresti un figlio gay?".

Io non lo so che figlio vorrei, credo prima di tutto che vorrei portare in grembo il figlio dell'uomo che amo. Il figlio del mio amore per lui, del suo per me.

Vorrei dare a mio figlio una madre paziente, innamorata, serena, equilibrata.

Vorrei sperare di aver scelto per lui un padre solido, sensibile, onesto e pacato.

E poi non vorrei niente da mio figlio. Vorrei solo dar lui tanto amore. Vorrei che crescesse tra l'amore dei suoi genitori, che sentisse ogni giorno quanto è stato desiderato. Che sentisse ogni giorno l'amore che abbiamo sprigionato per donargli la vita.

Vorrei lottare per lui, vorrei insegnargli la letteratura.

Vorrei avere un figlio che sappia conoscere sé stesso, capace di riconoscere le sue fragilità senza vergognarsene.

Vorrei che capisse questo mondo, che se ne sentisse ospite e che lo rispettasse.

Vorrei che imparasse ad aiutare le persone più deboli, che donasse sempre un sorriso agli altri.

Anche quando al mattino presto, dopo una notte insonne ti butti nel traffico arrabbiato ... anche in quel caso vorrei che sorridesse alla persona che prova a lavargli il vetro per portare a casa pochi spicci. Vorrei che sorridesse ai meno fortunati e che non vomiti su di loro la rabbia e lo stress che in questo mondo non possiamo evitare.

Vorrei che fosse curioso mio figlio.

Vorrei che non subisse il fascino del denaro.

Che amasse il mare e la montagna. Che li amasse senza mai sfidarli.

Vorrei che credesse. In un Dio, negli angeli, nel Karma, nella fede e nell'Amore.

Vorrei che fosse capace di fare sua la poesia.

Vorrei che riuscisse sempre a trovare del tempo per sé stesso, per riflettere e che non agisse mai per rabbia.

Vorrei che non portasse rancore.

Non ho mai pensato a mio figlio o a mia figlia come una scelta sessuale. Non ho mai desiderato per lui o per lei l'eterosessualità o scongiurato l'omosessualità.

Se un giorno avessi una figlia innamorata di una donna o un figlio innamorato di un uomo gli consiglierei di lasciare l'Italia. Questo solo farei.

Perché in questo paese alcune persone sono destinate a soffrire nell'ombra della virilità e degli schemi convenzionali altrui.

In questo paese che io amo ed odio follemente non c'è spazio per la diversità, non ce n'è stato mai.

In questo paese si desiderano i figli, le loro mogli o i loro mariti, il loro lavoro ed il loro reddito. Si desiderano per loro case e futuri comodi. E questo paese per questo motivo produce infelicità.

Cresciamo i nostri figli senza amarci, produciamo figli senza amore.

Non siamo disposti a sacrificare i nostri desideri di maternità o paternità.

Pensiamo a fare i figli contando i risparmi nel conto in banca, se ce n'è abbastanza si può fare, altrimenti non si può fare.

Produciamo ricca infelicità. I nostri bambini crescono tra genitori che si odiano e che si portano rancore. E tra odio e rancore sentono il peso delle aspettative che non devono deludere.

Chi conta l'amore?

Plaudo a quelle famiglie che crescono i figli con pochi soldi e tanto amore. E se vi sembrerò populista allora correrò il rischio di esserlo dicendo che se non si cibano i figli d'amore allora non si cibano nemmeno di denaro.

I figli cresciuti senza amore, i figli nati senza l'alchimia d'amore sono infelici che aggiungiamo alla catena di infelicità del mondo.

Io voglio spezzare questa catena. Ecco cosa voglio per mio figlio, voglio che spezzi questa catena di infelicità.

Che senta di esser figlio dell'Amore e che per l'Amore si muova nel mondo. E se amerà una persona del suo stesso sesso io amerò la sua scelta.

Non voglio un figlio gay, no. Non voglio nemmeno un figlio eterosessuale.

Io voglio un figlio che conosca Amore.

E che possa trovare queste parole un giorno, quando in questo mondo di amore non ne troverà.

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