L'ultima storia della lotta alla mafia è quella di Paolo Borsellino.
Dopo la morte di Falcone, Borsellino sapeva che per lui non ci sarebbe stato scampo.
Guardò in faccia la sua morte per 57 giorni.
Lo aveva sostenuto nei momenti difficili, lo aveva affiancato durante la preparazione del Maxi Processo, con lui aveva lavorato all'Asinara, lo aveva visto morire. Sotto i colpi di Cosa Nostra.
Ora sapeva che sarebbe toccata a lui. Sapeva di avere poco tempo per raccogliere le informazioni da lasciare in eredità al mondo.
Sapeva che sarebbe stata dura continuare a combattere Cosa Nostra.
Il 19 Luglio 1992 Paolo Borsellino si recava dalla mamma, in Via D'Amelio, a Palermo.
Ad attenderlo c'erano 100 Kg di tritolo nascosti in una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell'abitazione della madre del giudice Borsellino.
Oltre il giudice Paolo Borsellino morirono i cinque agenti di scorta :Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Antonio Caponnetto dichiarò in seguito alla stampa che Borsellino aveva richiesto la rimozione delle autovetture parcheggiate in Via D'Amelio.
Lo stesso Caponnetto, raggiunto dalle telecamere sul luogo della strage disse: " E' finito tutto. E' finito tutto."
Poche parole per questa ultima strage.
Solo quelle di Caponnetto.
Il fratello del giudice Borsellino ha recentemente dichiarato che ogni anno politici e magistrati si recano in Via D'Amelio per accertarsi che Paolo Borsellino sia morto davvero.
Il mistero di Stato avvolge la scomparsa dell'agenda rossa di Paolo Borsellino. Nell'agenda vi erano forse annotate le conclusioni alle quali era giunto il giudice negli ultimi giorni di vita.
I video girati pochi minuti dopo la strage mostrano un uomo avvicinarsi all'auto di Borsellino, forse sarà quell'uomo, mai identificato, a sottrarre l'agenda del Giudice?
Il pentito Spatuzza ha dichiarato la sua responsabilità riguardo la strage di Borsellino.
Poco chiari mandanti e dinamiche.
Spatuzza, non supportato dai fratelli Graviano, è stato giudicato non attendibile al 100%; Soprattutto riguardo le sue deposizioni in merito a dell'Utri e Berlusconi.
Nell'ultima intervista realizzata da Paolo Borsellino però il nome di Berlusconi e Dell'Utri compaiono.
I collegamenti tra questi e Mangano, anche.
I Graviano non confermano le dichiarazioni di Spatuzza.
Per uno dei fratelli Graviano oggi il 41bis è stato alleggerito nelle ore diurne.
<< Nel Giugno 2010 la Commissione Centrale del Viminale ha stabilito che Spatuzza non può essere ammesso al programma di protezione, essendo decorso il limite di 180 giorni entro cui un pentito è tenuto a riferire di fatti gravi di cui è a conoscenza. La proposta di protezione era stata avanzata contestualmente dalle procure di Firenze, Caltanissetta e Palermo che indagano sulla strage di via d'Amelio e sulle bombe del '92 e '93. Per Spatuzza, la Commissione ha invece confermato "le ordinarie misure di protezione ritenute adeguate al livello specifico di rischio segnalato", decisione che ha suscitato stupore e indignazione di politici e magistrati.[18][19] In una lettera inviata a L'Espresso a seguito della decisione del Viminale, Spatuzza si dice amareggiato ma fiducioso nelle istituzioni e disposto a continuare a collaborare, e commenta: "tutta la criminalità organizzata [...] certamente sta gioendo e magari brindando a questa vittoria" >>
Politici e Magistrati si recheranno ancora in Via D'Amelio ad accertarsi che il giudice Borsellino sia morto davvero.