Storia

La Strage di Bologna - 1980

La Strage di Bologna - 1980

Un mese e due giorni dopo Ustica.

Altra strage. Altri depistaggi.

Altre vittime.

Altre domande senza risposta.

"Strategia della tensione".

L'unica risposta che abbiamo oggi è questa.

Pare che tutto sia iniziato con l'attentato di Piazza Fontana.

Le definizioni accademiche riportano il fenomeno della "Strategia delle tensione" come strettamente legato a quello del terrorismo di Stato.

Che cos'è il terrorismo di Stato?

Sempre per definizioni accademiche risulta essere "l'uso di strategie e metodi terroristici da parte dell'autorità statale. Uno Stato può decidere di ricorrervi contro i suoi stessi cittadini, a fini repressivi per eliminare un gruppo politico, oppure per intimidire e far emigrare una popolazione che non desidera".

Avevamo concluso gli anni di piombo con lo Stato colpito al cuore.

Con lo stato vittima.

Ad essere colpito a morte fu il cuore di Rossa, alla fine degli anni settanta.

Gli anni ottanta iniziano parlando di Strategia della tensione; Di Terrorismo di Stato.

Non sappiamo se ci sia collegamento con Ustica.

Non sappiamo se "Strategia della tensione" possa bastare come risposta.

Sappiamo che alla stazione di Bologna ancora oggi ci sono i segni dell'onda d'urto del terrorismo fascista.

Così recita la lapide che ricorda le 85 vittime della strage di Bologna.

Bologna è la città della buona cucina.

Degli studenti universitari.

Delle orchestre.

Bolgona è una città in cui si respira la solidarietà.

Quella mattina alle ore 10.25 una bomba esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna centrale.

Bologna aspettava di sfrecciare verso il mare. Tutta l'Italia passava attraverso la cucina, gli studenti e le orchestre di Bologna.

La bomba esplose. Ore 10.25.

Pare che l'intera ala della stazione colpita dalla bomba si sia alzata in aria per poi ricadere su sé stessa.

E' la più grande strage mai avvenuta in Italia in tempo di pace.

Le storie delle singole persone che hanno perso la vita in stazione quella mattina raccontano della violenza inaudita con cui l'attentato, questa volta davvero, colpì al cuore la città di Bologna, le persone che andavano in vacanza, i cari che aspettavano il ritorno di chi era via.

L'Italia intera rimane paralizzata davanti alle immagini della strage della stazione di Bologna.

Colpisce al cuore il racconto della fine di Maria Fresu .

Operaia ad Empoli. Andava in vacanza sul lago di Garda con sua figlia Angela.

Il corpo non fu mai ritrovato. Il suo corpo non fu mai ritrovato perché la bomba lo polverizzò.

Solo molti giorni dopo vennero identificati alcuni frammenti di quello che era stata in vita Maria Fresu.

E lo Stato come si comportò?

Anche in questa occasione come fu per Ustica lo Stato parlò di incidente.

Una caldaia esplosa sotto il ristorante.

Personale della stazione intervistato parlò di caldaie ancora intatte.

Parlarono di odore di polvere da sparo immediatamente percepibile a pochi istante dall'esplosione.

Sappiamo che la matrice della strage fu neofascista. Terrorismo legato all'estrema destra.

Sappiamo che subito dopo l'apertura del fascicolo "per Strage" iniziarono inaudite azioni di depistaggio.

I primi responsabili del depistaggio nei confronti delle indagini furono esponenti del SISMI -

Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare.

Perché?

Libero Mancuso, Giudice Istruttore del Tribunale di Bologna parlò così :

"Mancano i nomi dei mandanti e degli strateghi, ci sono i nomi ed i cognomi, e le condanne di chi ha utilizzato i servizi segreti per impedire l'accertamento della verità. La P2 era assolutamente interessata ad impedire l'accertamento della verità"

Perché?

Strategia della tensione.

Creare il terrore per spingere il paese ad una reazione autoritaria.

Non è una risposta.

E' solo la risposta che dobbiamo farci bastare.

E' l'insegnamento che dobbiamo prendere. Che avremmo dovuto prendere dall'inizio di questi anni.

Non farci vittime del terrore.

Non offrire la reazione autoritaria che si aspettano da noi.

Questo è quello che possiamo fare per le vittime della strategia della tensione. Per le vittime del terrorismo.

Per non essere vittime ancora, anche noi, ancora!

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