Musica

E il metal divenne “orecchiabile”

E il metal divenne âorecchiabileâ

"What's the message in Metallica? There is no message, but if there was a message, it really should be look within yourself, don't listen to me, don't listen to James, don't listen to anybody, look within yourself for the answers."

"Qual è il messaggio dei Metallica? Non c'è un messaggio, ma se ci fosse , andrebbe cercato dentro voi stessi, non ascoltate me, non ascoltate James, non ascoltate nessuno, cercate le risposte in voi stessi."

Lars Ulrich

L'avvento del grunge non ebbe conseguenze solo sul pubblico, sui gusti estetici delle ragazzine e sui rivenditori di camicie a quadri, ma soprattutto sul mercato musicale, e mise in crisi molti altri generi che fino a quel momento avevano prosperato in serenità.

Tra questi il metal, in tutte le sue varie declinazioni (heavy-metal, speed/trash-metal, ecc.), tanto che arrivati al 1991 praticamente solo gli Slayer erano riusciti a rimanere fedeli alle loro radici. Si trattava di scegliere: restare ancorati alla tradizione, magari mantenendo i vecchi fans ma con il rischio di avviarsi ad una lenta scomparsa, o cambiare, evolversi, tentando nuove strade.

James Heatfield, Kirk Hammet, Jason Newsted, Lars Ulrich, ovvero i Metallica (nella formazione successiva alla tragica scomparsa di Cliff Burton e precedente all'arrivo di Robert Truijllo), decidono di virare verso un metal che è più simile ad un heavy rock, più abbordabile, addirittura radiofonico: l'album "Metallica", più noto come "Black Album" per la copertina completamente nera, a parte il logo della band in rilievo ed un serpente attorcigliato, ovviamente divise il pubblico. C'è chi lo ritiene il peggior lavoro della band, l'inizio della discesa inarrestabile, e chi pensa che abbia cambiato il volto del metal. Come spesso succede, più se ne parla meglio è: il "Black Album" ottenne un enorme successo commerciale, con più di 25 milioni di copie all'attivo.

La svolta si deve probabilmente anche alla collaborazione, controversa, della band con il produttore Bob Rock, che aveva lavorato con i Motley Crue, ma anche con Bon Jovi e Cher (potete capire come un metallaro potesse avere delle perplessità in merito alla scelta).

Cosa succede in questo album? Innanzitutto James canta veramente, e inizia a mettere molto più di sé nella scrittura dei brani, con incursioni quasi nel genere ballad (vedi "The Unforgiven" e soprattutto "Nothing else matters"); per la prima volta i Metallica utilizzano un sottofondo orchestrale, esperimento che ripeteranno nell'album live "S&M", pubblicato nel 1999, in cui la band si esibisce con l'orchestra sinfonica di San Francisco.

Ogni tanto i vecchi fans hanno la possibilità di gioire ("Sad but true", "Trough the never", "Don't tread on me"), ma non basta per mettere d'accordo tutti. Però basta ad avvicinare le masse al metal: solitamente i Metallica sono l'unica band metal conosciuta anche dai fan più sfegatati del pop o di qualsiasi altro genere.

E' il momento della mia opinione personale: amo i Metallica (in particolare ho un'insana passione per James Heatfiled), mi rendo conto dei profondi ed evidenti cambiamenti che ci sono tra i lavori dei primi anni (il gruppo nasce nel 1981, "Metallica" è il loro quinto album) e i successivi, ma il giudizio critico non riesce a superare la componente affettiva. E probabilmente non sarò una purista del metal, e questo non è di certo il miglior album della band, ma ancora adesso ogni volta che ascolto "Sad but true" e "Enter sandman" mi sale l'adrenalina, e ai primi accordi di "Nothing else matters"mi commuovo un po'. Che ci volete fare.

Never opened myself this way

Life is ours, we live it our way

All these words I don't just say

And nothing else matters

Never cared for what they do

Never cared for what they know

But I know

Fonti

Joel McIver "Justice for all. La verità sui Metallica", Fazi Editore, Roma 2004

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